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Voltaire

 




Voltaire ha combattuto personalmente per la libertà di pensiero, la tolleranza, la pace, l'abolizione dell'ingiustizia e la felicità dell'umanità. Voltaire ha preso la Chiesa cattolica come principale oggetto di controversia e ha voluto esporre il pregiudizio e la superstizione della Chiesa cattolica. Credeva in Dio, ma il suo Dio non minacciò il Dio severo delle sue creature con un benevolo dolore infernale. Secondo lui, la religione non dovrebbe causare paura e senso di colpa, e nemmeno erigere recinti tra le persone, ma insegnare l'amore e la pace. Voltaire ha articolato una posizione coerente con i principi del deismo, l'atteggiamento religioso più generale in filosofia, che si basa su alcune verità ragionevolmente accettabili da tutti. La valutazione delle persone può sicuramente sapere che esiste Dio. Infatti, poiché c'è un mondo e nulla viene dal nulla, bisogna riconoscere razionalmente che c'è un'esistenza superiore che lo ha creato.
 
Voltaire considera l'uomo per quello che effettivamente è ossia un essere debole e limitato ma riconosce che egli può pretendere di ottenere la serenità e la felicità, soprattutto liberandosi dalle paure indotte dalle religioni, frutto di ignoranza e superstizione.
 
La preoccupazione di Voltaire è sottolineare come la ragione sia l'unica facoltà in grado di affrancarci dai pregiudizi e di favorire la crescita civile e morale degli uomini. La storia per Voltaire consiste in un processo di graduale civilizzazione dell'umanità che è partita da uno stato selvaggio ed è arrivata nell'età moderna a livello più alto anche attraversando periodi bui come il medioevo che era considerato dal pensatore un'idea di decadenza. Secondo Voltaire la superiorità dei moderni rispetto agli antichi si fonda prevalentemente sulla scoperta e la valorizzazione del carattere scientifico della ragione in grado di cogliere le leggi oggettive dei fenomeni naturali.


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In classe abbiamo visto il film Il signore delle mosche, prodotto in Inghilterra nel 1963 dal regista Peter Brook. Una ventina di ragazzini inglesi dai 7 ai 14 anni, sopravvissuti a un incidente aereo, restano abbandonati a sé stessi su un'isola tropicale. Si organizzano, eleggono come capo il saggio e volitivo Ralph, ma presto la comunità si spacca in due e prende il sopravvento il gruppo dei cacciatori guidati da Jack, che regredisce allo stato tribale e si dedica al culto di un totem, il signore delle mosche. Tratto dal romanzo (1954) di William Golding. È un film drammatico e in bianco e nero. Gli eventi della storia sono organizzati in ordine cronologico e tutto si basa sulla visione pessimistica profondamente radicata dell'autore sulle persone, nella natura e nella società. A questo proposito, possiamo giustificare la visione del film, poiché i suoi principi ispiratori sono radicati nelle teorie espresse dal filosofo britannico Thomas Hobbes  

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Leibniz

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