John Locke è il padre dell'empirismo moderno. La ragione non è più considerata assoluta e infallibile, ma è ricondotta nel regno dell'esperienza. Inoltre, attraverso l'analisi delle capacità cognitive, può essere sviluppata una visione realistica delle capacità che un essere umano sarà in grado di acquisire, portando alla consapevolezza che, anche se non può raggiungere la verità assoluta, può acquisire un livello di conoscenza sufficiente per best Un buon modo per guidare le sue azioni.
La mente di un neonato, infatti, è come un foglio bianco, cioè privo di capacità di contenuto. Locke credeva che tutta la conoscenza provenisse interamente dall'esperienza. Pertanto, Locke sostiene che dall'esperienza derivano due diversi tipi di idee: idee sensoriali e idee riflessive. Il primo proviene dagli oggetti esterni attraverso i cinque sensi; per esempio, i concetti di sensazione sono caldo, morbido, blu, amaro. I pensieri riflessivi, invece, sono pensieri che provengono dall'esperienza interna e includono emozioni e passioni oltre al funzionamento della mente. Alcuni esempi sono: dubbio, percezione, amore, odio.
La percezione e la riflessione sono le nostre uniche fonti di conoscenza. Pertanto, è comprensibile che i bambini acquisiscano gradualmente conoscenze e più vivide, ricche e organizzate siano le loro esperienze. Di qui il ruolo centrale che ha Locke è il tema dell'educazione, a cui egli dedicò uno scritto di grande interesse pedagogico (Pensieri sull'educazione).
La critica all'idea di sostanza rivela i limiti dell'intelligenza umana, la sua incapacità di sapere cosa c'è al di là del fascio di percezioni che riceve dal mondo esterno o dal proprio mondo interno. In effetti, secondo Locke, la nostra conoscenza è limitata a quest'area. L'unica certezza insensibile che abbiamo è la certezza di noi stessi e di Dio. La nostra autodeterminazione ci viene data intuitivamente, cioè non è necessario costruire alcun ragionamento. Allora sappiamo che Dio esiste per mezzo di prove, cioè attraverso una serie di intuizioni che collegano tra loro concetti diversi. In particolare, il fatto che nulla possa essere derivato dal nulla permette di dedurre dall'esistenza delle cose l'esistenza del loro creatore.
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