A partire dalla seconda metà del Seicento, si sviluppa in Inghilterra, una tradizione di pensiero “empirismo”, secondo cui la ragione è impotente senza il ricorso all'esperienza e quindi è limitata e condizionata, respinge il linguaggio astruso è difficile della tradizione filosofica, per adoperare una forma di comunicazione chiara e semplice, comprensibile dalle persone di buon senso che si accostino alla filosofia senza pregiudizi A questo proposito, gli empiristi si sono adattati al nuovo clima culturale dell'era caratterizzata dallo sviluppo delle rivoluzioni scientifiche. L'orientamento programmatico e scientifico che dominava il panorama culturale dell'epoca derivava anche dal fatto che i fautori dell'empirismo non erano filosofi "professionisti": Locke era laureato in medicina, Berkeley era vescovo, Hume studiò legge. Sono passati dagli scopi pratici alla ricerca filosofica: determinare i punti di forza e i limiti dell'intelligenza umana e